La Janara nella credenza popolare napoletana, soprattutto in quella contadina, è una delle tante specie di streghe che popolavano i racconti popolari.

La Janara usciva di notte e si intrufolava nelle stalle dei cavalli per prenderne uno e cavalcarlo per tutta la notte. Completamente nuda e vecchia, una volta scoperta, aggrediva e addirittura sbranava le sue vittime.
Per poterla acciuffare, bisognava immergersi completamente in una botte piena d'acqua per poi afferrarla per i capelli che erano il suo punto debole.
L'etimologia proposta per il termine popolare Janara, metteva in connessione tale nome con il latino ianua= porta, in quanto essa è insidiatrice delle porte, per introdursi nelle case.
Per allontanarla si è soliti mettere, davanti alla porta di casa, una scopa di fascine; La Janara è costretta a contare i rametti sottili; intanto scompare la luna e, con essa, anche il pericolo. Ancora oggi una piccola scopa, appesa alla porta o al muro di casa, è ritenuta uno "scaccia-guai".
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